PROGRAMMA POLITICO PER IL PROSSIMO SECOLO

Il presente programma, senza un ordine particolare, cerca di mettere nero su bianco (o bianco su nero, dipende su quale computer lo leggete) le mie idee per una politica "a misura dell'utente", una politica che ci permetta di vivere in pace e di realizzare importanti progressi sia individuali che collettivi.

Le idee contenute nel programma sono aperte alla discussione ed altre potranno essere aggiunte. Chi ha dubbi, perplessità, chi concorda e chi ha suggerimenti per aggiunte o correzioni si rivolga pure al sottoscritto al seguente indirizzo: sepp@lastrega.com

Non sono e non intendo diventare candidato di nessun partito politico. Così questo programma non è una promessa mia di attuare o cercare di attuare quanto scritto; piuttosto vuole essere uno spunto alla riflessione per chi lo legge. Se magari l'uno o l'altro dei punti di vista esposti trovasse dei sostenitori oppure entrasse a far parte di un programma politico di altri, non mi darebbe affatto grande dispiacere.

Vedete qui sotto i punti che penso siano importanti:

Più democrazia - coinvolgimento diretto

L'era dell'utilità dei partiti politici sta per concludersi. In futuro sarà importante un coinvolgimento di tutti nelle decisioni che li riguardano. Per essere efficace, la partecipazione diretta al processo politico dovrà essere organizzata con i mezzi elettronici. I cavi ottici per la televisione e la telefonia avanzata, il collegamento di tanti computer via modem, la stessa internet, sono i precursori del futuro della politica 'in diretta'.

Per cominciare, si dovrebbero organizzare referendum elettronici per la conferma o meno delle leggi preparate dal parlamento. Ma anche delle iniziative che partono dalla gente, sia abrogative che propositive, dovranno essere possibili.

Chiaramente non tutti voteranno su tutto, però un 10 o 20 per cento degli elettori sarebbe una partecipazione di tutto rispetto e sarebbe di gran lunga superiore alla manciata di deputati che decidono sul nostro destino e che nel loro voto spesso seguono direttive di partito piuttosto che la loro convinzione personale.

Elezioni e cittadinanza

La nozione del "cittadino" dovrà essere rivista. La vecchia abitudine di "cittadinanza per nascita" sarà da sostituire con un concetto che tiene conto della mobilità delle persone, le quali non riconoscono più nei confini di stato una barriera che in passato sembrava quasi invalicabile.

Cittadini dovranno essere tutti quegli individui che risiedono in uno stato (e per le elezioni amministrative, in una città) e che lì lavorano e pagano le tasse. Un abuso come il cambio di residenza solo a scopo di partecipazione elettorale può essere prevenuto dalla richiesta che debba passare un periodo di tempo ragionevole (un anno, due anni) prima che una persona sia considerata "cittadino" e così possa partecipare alle elezioni politiche/amministrative e alle eventuali consultazioni politiche dirette per via elettronica.

Immigrazione

Le migrazioni di un numero sostanzioso di persone saranno sempre più frequenti. Sono un fenomeno del tutto normale in una società globale aperta. L'accoglimento e l'integrazione di queste persone nella società del nuovo paese dovranno essere organizzate e non lasciate all'emergenza come è spesso il caso oggi.

Flussi esagerati di migrazione hanno moventi importanti, che comunque sono legati alla sicurezza personale ed economica delle persone. Le cause più frequenti sono le guerre e la miseria. Come ultimo scampo, la gente "vota con i piedi" e se ne va laddove spera di incontrare condizioni di vita migliori.

Il flusso migratorio indesiderato è un indicatore, un sintomo. Non serve sopprimerlo. Bisogna intervenire sulla causa, nel paese di origine, riportando ordine e sicurezza, oppure aiutando il paese affinché sia in grado di garantire ai propri cittadini decenti condizioni economiche.

L'intervento sul solo sintomo non arresterà mai il flusso clandestino dei poveri, solo un intervento diretto alla sua causa potrà normalizzare la situazione.

Giustizia globale

Il mondo sembra diventare sempre più piccolo. Ai sistemi di giustizia nazionali si dovrà affiancare un sistema di giustizia mondiale, per tutti quei casi che hanno contorni internazionali. Si sta cominciando ad organizzare sotto l'egida delle Nazioni Unite un tribunale permanente internazionale per i crimini di guerra e contro l'umanità. Certo, questo è un primo passo importante, ma alla fine si dovrà sviluppare un'intero sistema di giustizia internazionale, sia civile che penale.

La realtà della globalizzazione non lascerà scampo. Troppe sono le situazioni che le giurisdizioni nazionali non possono o non vogliono affrontare.

Giustizia penale non vendicativa

La pena di morte e le campagne per abolire questa usanza barbara sono solo la punta del proverbiale iceberg. Il vero problema è una giustizia vendicativa, una giustizia che non sa o non vuole ammettere che le persone siano in grado di cambiare.

La giustizia penale ha senso solo se previene un comportamento ritenuto lesivo nei confronti della collettività. L'attuale mancanza pressoché assoluta di alternative alla carcerazione delle persone ritenute responsabili di un crimine non permette nel modo più assoluto una riformazione della persona e un suo reinserimento nella società civile.

Una efficace giustizia penale, oltre ad essere veloce, deve poter comminare misure restrittive e riformatrici a gradi adatti alla severità del misfatto ma sempre con l'ottica di un possibile miglioramento della persona sotto giudizio. Lo spirito vendicativo non ha posto nella giustizia.

L'estradizione di una persona a scopo punitivo è priva di senso. L'espulsione della persona dal nuovo paese di residenza può essere giustificata, se si deve temere un continuo comportamento criminoso o se la persona rappresenta un pericolo per la collettività.

Cittadini informati - trasparenza

I cittadini hanno il diritto di conoscere e di valutare tutti gli atti amministrativi e le informazioni sulle quali queste decisioni si basano. Eccezioni a questo diritto democratico fondamentale dovranno essere severamente limitate e in nessun caso le informazioni potranno essere distrutte o disperse.

Le eccezioni non sono mai alla discrezione dell'amministrazione ma dovranno essere soggette a controllo parlamentare caso per caso. Ogni volta che venga dato assenso ad un'eccezione, un limite di tempo dovrà essere stabilito e comunicato, passato il quale le informazioni dovranno essere messe a disposizione del pubblico. La raccolta di informazioni e le "operazioni segrete" degli omonimi servizi non dovranno godere di un'eccezione automatica. Nel dubbio è sempre preferibile che l'informazione sia a conoscenza di tutti, solo così sarà infatti possibile esercitare un accurato controllo delle attività amministrative.

Persone singole e gruppi così come le imprese che saranno affette da decisioni amministrative potranno in qualsiasi momento ispezionare e se necessario ottenere correzione delle informazioni raccolte nel fascicolo amministrativo che li riguarda. Nei procedimenti penali, le prove raccolte potranno essere ispezionate dopo il rinvio a giudizio ovvero la decisione di archiviazione del procedimento.

Previdenza e responsabilità personale

In linea di principio, ogni cittadino è libero ed è responsabile per la sua salute, le sue condizioni economiche e il suo benessere in generale.

Lo stato potrà agire per difendere il cittadino da pericoli che non dipendono dalla sua volontà e che gli potrebbero comportare grave ed immediato pregiudizio.

Le prestazioni dello stato (previdenza economica, sistema di salute) dovrebbero essere uguali per tutti e dovrebbero limitarsi alla prevenzione di un danno serio. Prestazioni integrative o superiori a quelle di base eventualmente offerte da assicurazioni private saranno da considerarsi a cura del singolo.

L'assistenza economica dello stato dovrebbe includere un adeguato assegno mensile per tutti i bambini ed i costi dei trattamenti medici incluso i costi di degenza ospedaliera. Inoltre, un rendimento minimo garantito dovrebbe essere messo a disposizione di tutti i cittadini eccetto quelli che abbiano altri adeguati mezzi di guadagno oppure dei possedimenti sostanziosi. In nessun caso lo stato dovrà pagare alcuna pensione o vitalizio oltre all'ammontare del rendimento minimo garantito.

Pluralismo medico

Non ci dovrà essere più in futuro un monopolio o una preminenza di una singola concezione medica come è attualmente il caso per la medicina allopatica. Tutte le diverse forme di diagnosi e terapia delle malattie così come della prevenzione potranno essere utilizzate liberamente dai medici e dal personale non medico o paramedico specializzato. I cittadini potranno liberamente scegliere l'indirizzo terapeutico a loro più consono senza per questo dover subire uno svantaggio economico.

La prevenzione è di gran lunga più importante della cura e dovrà costituire una parte consistente di ogni curricolo di formazione medica o paramedica.

La nutrizione è il singolo fattore più importante nella prevenzione delle malattie e dovrà avere a disposizione mezzi di ricerca adeguati all'importanza del suo ruolo.

Proibizionismo

Il singolo cittadino è responsabile del suo comportamento e del suo stesso benessere. Non è compito dello stato proibire ai cittadini certi comportamenti. Questo principio vale senza eccezione per tutte le droghe, per le bevande alcoliche, il tabacco, la pornografia, la prostituzione e così via. Lo stato può adoperarsi per incoraggiare abitudini più salutari, ma non può proibire il comportamento ritenuto immorale o poco salutare.

Storicamente i proibizionismi hanno portato solo all'arricchimento degli elementi criminali che in un modo o nell'altro hanno saputo aggirare gli ostacoli legali e soddisfare la domanda, contribuendo così all'aumento quasi incontrollabile del crimine organizzato.

Un'alta tassazione dei comportamenti non ottimali o dei prodotti utilizzati non è un'alternativa valida di dissuasione. Lo stato, profittando, diventa partecipe del vizio e in ogni caso la tassazione incoraggia comportamenti illegali tale quale alla proibizione. Un esempio è il contrabbando delle sigarette.

Educazione

L'educazione spesso non riceve l'attenzione che merita. Un paese sarà forte o debole secondo l'educazione che darà ai suoi figli. Troppo a lungo le scuole sono state utilizzate come delle fabbriche di ragazze e ragazzi obbedienti, di lavoratori (qualcuno osa dire schiavi) perfetti.

Se vogliamo che la democrazia funzioni, i bambini a scuola non dovranno essere riempiti di fatti predigeriti e selezionati per un unico scopo: quello dell'inserimento a pennello nella futura vita lavorativa.

La facoltà più importante da dare ai bambini è la capacità di apprendere e capire, di scovare le informazioni che li interessano e, cosa importantissima, di arrivare sulla base dei fatti ad un loro giudizio indipendente. L'inserimento dei ragazzi nel processo democratico dovrebbe cominciare già a scuola.

Finanze dello stato e tasse

Le tasse chieste ai cittadini debbono essere eque rispetto ai servizi che il cittadino riceve.

Pagamenti di interessi sul debito pubblico non sono altro che una rapina legalizzata a danno dei cittadini, i quali pagano così per spese e sperperi del passato che non li riguardano affatto, senza parlare con quale giustificazione morale una fetta consistente delle tasse venga data anno per anno a chi ha in mano gli "strumenti di debito" dello stato.

Salvo casi del tutto eccezionali dovrà essere proibito allo stato spendere più di quanto non incassi. Debiti esistenti dovranno essere estinti nel più breve tempo possibile.

Le basi del sistema di tassazione dovranno essere ridiscusse nella luce dell'esperienza. Il sistema del futuro dovrà essere semplice, automatico e preferibilmente non basato su aliquote progressive da applicare sui redditi ma sulla effettiva attività economica.

L'imposta sul valore aggiunto pagata per gli acquisti dovrebbe essere solo parzialmente deducibile, cioè deducibilità solo in percentuale ridotta. In questo modo si potrebbe benissimo fare a meno della tassazione dei guadagni di impresa (IRPEG).

Dando poi ad ogni cittadino comune la possibilità di portare in detrazione una parte delle sue spese per casa e famiglia, da una tassa sulle entrate personali (IRPEF) bassa e ad unica aliquota, si vedrebbe emergere una fetta consistente dell'attività economica oggi sommersa. Ognuno avrebbe infatti interesse ad esigere fattura o ricevuta per gli acquisti e questo, insieme a controlli computerizzati incrociati, potrebbe essere la spina dorsale di un sistema di "tassazione quasi automatica".

Governo della moneta

Si potrebbe dire che la moneta è il sangue dell'economia; deve assolutamente circolare per assolvere la sua funzione di "mezzo di scambio e motore dell'attività economica". Ogni uso che ne ostacola o impedisce la circolazione è deleterio per l'economia. Usi di questo tipo sono le forme di risparmio che non permettono il riciclo del contante, le attività di investimento finanziario ad un tasso di interessi troppo alto e tutte le forme di impiego speculativo finanziario, dai contratti "futures" alla speculazione valutaria.

Basandomi sulle idee di Silvio Gesell, propongo la tassazione della moneta liquida. Esperimenti limitati in questo senso hanno mostrato che con una tassazione del contante si possono superare anche crisi economiche non irrilevanti. Purtroppo questi esperimenti furono presto proibiti dalle autorità monetarie. Forse varrebbe la pena di iniziare una discussione sul possibile uso di uno strumento del genere, che senz'altro contribuirebbe a limitare la speculazione dannosa, a far circolare la moneta e ad abbassare i tassi degli interessi senza far nascere spinte inflazionistiche.

Debito del terzo mondo

Molti dei paesi in via di sviluppo si trovano in una situazione finanziaria disastrosa, che li costringe a svendere le loro risorse naturali ed umane a prezzi spesso bassissimi per far fronte al pagamento dei soli interessi, senza parlare della restituzione del capitale.

Questo è uno dei fattori chiave che contribuiscono all'innesco di flussi di migrazione dei poveri. Saranno necessarie misure eccezionali per azzerare questi debiti schiaccianti. Per evitare di ricadere nella stessa situazione, sarà importante una riforma internazionale del sistema monetario. Serviranno tassi di interesse bassi e parità di cambio valutario stabili.

Sarà inoltre necessario garantire l'autonomia economica anche dei paesi più poveri. A questo scopo propongo un sistema di "colonizzazione alla rovescia", dove ogni paese industrializzato si occuperà sulla base di relazioni bilaterali dello sviluppo economico di uno o più paesi meno sviluppati, e così via a vicenda, dando ad ognuno dei paesi non industrializzati un "paese fratello" con il compito di curare il suo sviluppo economico.

Imprenditoria e lavoro

Lo stato dovrà favorire l'iniziativa economica del singolo cittadino e le imprese di piccole e medie dimensioni. L'innovazione è necessaria al buon funzionamento dell'economia. Le imprese di piccole e medie dimensioni sono più flessibili dei giganti multinazionali e sono così più propense a veicolare le innovazioni sul mercato.

Le condizioni per l'impiego di personale dovranno essere flessibili, ma questa flessibilità potrebbe diminuire con l'aumento del numero di persone impiegate, così che una multinazionale troverebbe delle condizioni più rigide di un'industria di medie dimensioni o una impresa piccola. I costi secondari dell'impiego dovrebbero essere il più bassi possibili.

E' difficilissimo oggigiorno mantenere una promessa di "lavoro per tutti" o "piena occupazione" ma certamente lo stato dovrebbe fare di tutto per semplificare e facilitare l'attività economica individuale.

La storica contrapposizione tra l'imprenditore e il lavoratore è un falso problema; infatti entrambi sono impegnati nell'attività produttiva. Se un problema o una contrapposizione esiste, questa è tra il mondo produttivo e il capitalista, lo speculatore finanziario, la persona che desidera una vita di lusso o di grande potere e ricchezza sulla sola base di speculazione e interessi. E' comunque compito dello stato bilanciare gli interessi dei due schieramenti con politiche monetarie e di tassazione adatte.

Energia e ambiente

E' importante trovare e mettere in campo alternative alla nostra attuale dipendenza pressoché totale dalle risorse fossili non rinnovabili come il carbone, il petrolio, il gas naturale e l'uranio. L'uso di carburanti fossili per la produzione di energia elettrica e a scopo di forza motrice sono il fattore più importante dell'inquinamento atmosferico causato dall'uomo.

Con delle tecnologie già oggi disponibili, i carburanti fossili potrebbero essere sostituiti a livello mondiale. Sarebbe infatti possibile produrre idrogeno con relativa facilità usando la corrente di cellule foto voltaiche disposte in modo di "tappeti flottanti" sul mare in prossimità delle coste. L'idrogeno "brucia" lasciando come gas di scarico solamente vapore d'acqua. Alcuni problemi nel trasporto e nell'immagazzinamento esistono però non sono ostacoli insormontabili.

Oltre all'idrogeno esistono altre soluzioni ma queste vengono ostacolate dall'ignoranza e da interessi legati alle multinazionali dei carburanti fossili.

L'uso di energie rigenerative e specialmente di quelle a tecnologia avanzata basata sulla conversione delle energie ambientali con l'uso di sistemi magnetici ed elettronici abbasserà il costo dell'energia favorirendo così lo sviluppo tecnologico e l'economia in generale.

Amministrazione decentrata

L'amministrazione pubblica centralizzata è uno dei grandi nemici della "accountability", del controllo cioè delle azioni dell'amministrazione da parte dei cittadini.

Le responsabilità amministrative vanno ripartite dal governo centrale ai livelli inferiori fino ai comuni e perfino talvolta a privati, rispettando il principio che niente che può essere sbrigato ad un livello inferiore possa essere assegnato ad uno superiore.

L'autonomia locale deve essere la più totale possibile. Così anche le spinte disgreganti e i problemi di etnie diverse sotto un governo centrale si risolvono in modo duraturo. La Svizzera ne è un esempio eccellente.

Europa unita

L'istituzione Unione Europea così come è stata concepita e com'è organizzata oggi non è né una unione di stati nazionali forti, né uno stato unito politicamente. E' un gigantesco esperimento di ingegneria sociale senza un'efficace controllo democratico. Molti non sanno che il parlamento europeo non ha nessun potere legislativo. Le decisioni e le leggi vengono preparate da una burocrazia senza volto e vengono varate da un'esclusivo gruppetto di individui, i commissari, i quali vengono nominati dai governi nazionali ma, una volta insediati, non agiscono nell'interesse del loro governo o dei cittadini del loro paese; sono tenuti ad agire soltanto nell'interesse dell'unione. Il parlamento ha soltanto un potere di "co-decisione", cioè di consulenza, poco più che una funzione cosmetica se siamo in cerca di democrazia.

Gli interessi di lobby delle industrie multinazionali e della finanza internazionale determinano l'andamento del processo legislativo europeo, piuttosto che gli interessi degli stessi cittadini.

Se l'Europa vuole diventare una unione di stati indipendenti, basata soprattutto su interessi economici comuni, c'è da decidere se sono veramente la grande industria e la finanza internazionale che dovranno determinare le regole del gioco e se, nel nome di una politica agraria comune, ci conviene continuare a distruggere le "eccedenze" di alimenti prodotti, con il solo scopo di mantenerne i prezzi a livelli accettabilmente alti.

Se invece l'Europa vuole diventare una unione politica, le istituzioni necessitano di una riorganizzazione radicale nel senso di una maggiore democratizzazione. La prima cosa da chiedere ai cittadini europei sarebbe il quesito della stessa esistenza dell'unione, mai finora discussa pubblicamente dai cittadini. Inoltre ci dovremmo pronunciare sul suo indirizzo (economico o politico), e su alcuni dettagli di natura organizzativa.

Non è giusto che la vita di più di 350 milioni di persone sia condizionata profondamente dalle decisioni di pochi individui, senza che queste siano soggette alla discussione pubblica e al controllo democratico.

Josef Hasslberger
Roma
Agosto 1997